Presentazione

taj-mahal-san-marco

immagine-originale-LOGO-MUSA-223x300L’associazione culturale MUSA viene fondata nel 2003 con l’intento di promuovere iniziative di carattere musicale ed artistico di tipo interculturale, organizzando concerti, mostre e spettacoli volte a  incrementare la conoscenza e favorire i raffronti fra tradizioni musicali europee ed extra-europee, evidenziando analogie e differenze, radici comuni e contrapposizioni.

Il fine è, in effetti, quello di creare una sorta di “ponte culturale” fra civiltà e popoli diversi fra loro, facendo in modo di far conoscere ed apprezzare ad un pubblico anche non specialista le diversità melodiche, timbriche e ritmiche delle tradizioni musicali classiche e popolari delle culture extra-europee (in particolare dell’India e dell’ Oriente).

In questo raffronto fra tradizioni musicali europee ed extra-europee è primario (anche se non esclusivo) quello fra due culture monumentali: la musica tonale nata e sviluppata in Europa e la musica modale dell’oriente che ha raggiunto il suo apice nell’India del Nord.

Qui il raffronto è estremamente significativo e giacché queste due culture sono fra l’altro strettamente imparentate avendo una stessa radice – denominata per l’appunto indo-europea. Da quest’origine comune esse hanno intrapreso nel corso millenario della loro storia percorsi assolutamente divergenti: la musica in occidente con la scoperta dell’armonia e della polifonia ha sviluppato tutti i percorsi possibili e immaginabili della tonalità, mentre in Oriente e in particolare in India sono state sperimentate tutte le innumerevoli combinazioni delle forme melodiche della musica modale.

La musica intesa dunque come incontro fra le culture e ARMONIA fra i popoli.

LA MUSICA CLASSICA INDIANA

immagine originale LOGO MUSA

LE ORIGINI

La musica indiana viene fatta risalire, nelle sue origini più remote, all’epoca vedica (ca. 2000 a.C.) quando durante i rituali vedici venivano recitati i salmi. In particolare nel Sama Veda vengono descritte in maniera dettagliata le modalità di esecuzione e di intervento del cantore durante il rito.

Tuttavia è nel periodo classico che la musica indiana trova la sua definizione, a partire dal testo fondamentale per la musica e il teatro indiano, il Natyashastra, e successivamente nel Sangitaratnakara.  La base del sistema musicale classico è l’ottava, con una divisione in toni e semitoni strettamente affine al nostro sistema.

Successivamente alle invasioni islamiche, la musica dell’India del Nord viene influenzata profondamente dal gusto e dall’estetica islamico-persiana, e pertanto si crea un genere differente da quello originale, che nel tempo assumerà il nome di Hindustani, differente dal genere praticato invece nell’India meridionale.

In questo sistema musicale è stato ulteriormente elaborato il concetto di RAGA, ovvero di una musica modale di grande complessità, raffinatezza e espressività basata sullo sviluppo orizzontale della melodia. Il Raga diviene espressione di un sentimento, di uno stato d’animo – il cosiddetto RASA – ed è correlato alle ore del giorno,  al ciclo delle stagioni, ai colori,  ai sapori  al maschile o al femminile e, nell’ambito della spiritualità indiana, non può mancare di avere connotazioni estetico-religiose.

img-presentazioneIl TALA

Accanto alla nozione di Raga, l’altro aspetto fondamentale della musica indiana è appunto il Tala, che rappresenta il modello ritmico a carattere ciclico all’interno del quale si sviluppa l’intera struttura musicale. Tale ciclo ritmico può essere configurato in differenti forme metriche, quali ad esempio nel sistema Hindustani del Nord India il Tin Tal (in 16 misure) o Jhap Tal (10 misure) Rupak Tal (7 misure).

La concezione indiana del ritmo è essenzialmente diversa, e per certi versi opposta, a quella occidentale. Infatti, contrariamente alla linearità ritmica che caratterizza la musica occidentale, la musica indiana ha sviluppato fin dall’antichità una visione ciclica del ritmo, per cui le varie strutture ritmico-metriche sono concepite per ripetersi in modo continuo, seppur attraverso numerosissime e complesse varianti.

Il termine TALA designa quindi più propriamente il “ciclo ritmico” e non semplicemente il ritmo.  In questa particolare concezione non possiamo non scorgere nella sua evidenza quello stretto rapporto tra la musica e i tratti tipici della metafisica indiana.

img-presentazione2RAGA E TALA

Il Raga può essere eseguito in differenti composizioni basate nei differenti Tala, scelti solitamente dal solista, che sceglie prima del concerto il Raga da eseguire e anche il Tala su cui verrà sviluppata la composizione melodica. Una prima composizione melodica normalmente viene prima eseguita in un tempo lento o medio (vilambit o madhya laya), successivamente seguita da una seconda composizione veloce (drut laya) che di solito si conclude in un crescendo finale, noto come Jhala.

La maggior parte dell’esecuzione del Raga viene improvvisata al momento dal musicista, anche se vengono rigorosamente rispettate le regole fondamentali del Raga e del Tala prescelti. Anche i Tabla partecipano all’improvvisazione musicale, in particolare quando la melodia della composizione musicale viene ripetuta dallo strumento solista.

L'INTERCULTURA

Nel sempre più’ variegato panorama etnico è imprescindibile parlare di intercultura anche in campo musicale. Il progetto MUSA si è occupato fin dalle sue origini degli incontri musicali fra culture diverse, quali primariamente fra musica indiana ed europea, ma anche di contaminazioni musicali quali esse hanno avuto luogo nel corso della storia per effetto di vicinanze geografiche o per via degli spostamenti di popolazioni nomadi o erranti.

Questi incontri musicali vedono quindi incontrarsi tradizioni del Mediterraneo e del Vicino Oriente con quelle europee o dei Balcani. Un bellissimo esempio ci è dato dalle musiche Sefardite che rappresentano uno degli esempi maggiormente significativi di contaminazione culturale, essendo queste frutto dell’incontro tra la tradizione ebraica e le culture musicali presenti in Spagna fino alla fino del 1400, ovvero le culture musicali spagnole e arabe (cfr. Ananke’ – musiche di tradizione sefardita).

Nelle rassegne musicali più articolate quali “la Via della Seta” e “La Seta e il Cotone” l’associazione MUSA ha cercato di creare un suggestivo e importante momento di raffronto tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud del mondo, ricercando quei legami storici e culturali che hanno caratterizzato storicamente gli incontri fra i popoli dell’Asia e dell’Africa.

L'INDIA E L'OCCIDENTE

Fin dall’inizio dell’800, facente l’India parte dell’Impero Britannico, ha avuto luogo una prima vera e propria contaminazione culturale che da Oriente verso Occidente ha profondamente influenzato e stimolato la cultura europea, dapprima in ambito linguistico, filologico e filosofico, successivamente, a partire dagli inizi del’ 900 anche in ambito artistico e musicale.
La scoperta di un sistema musicale altrettanto ricco, complesso ed elaborato quanto quello occidentale, pur essendo nelle sue fondamenta in totale contrapposizione ad esso, in quanto fondato sull’aspetto modale anziché su quello armonico, ha stimolato la creatività di numerosi musicisti e compositori occidentali.

Inoltre la consapevolezza che, come in molte altre culture, la musica è strettamente correlata al linguaggio del mito, del racconto e della poesia ha stimolato ulteriormente i ricercatori occidentali. In India in effetti, fin dal suo nascere, la musica è stata intesa come strettamente collegata a una emanazione di una realtà trascendentale e, in qualità di forma artistica in senso stretto, come intrinsecamente legata alla danza e al teatro ovvero alla recitazione scenica e al racconto, fosse questo mitologico, religioso o profano.

Alcuni principi fondamentali della musica indiana contemporanea, quali il concetto di rasa (sapore, emozione, stato d’animo) sono già codificati nel principale trattato di drammaturgia indiana, il Bharata Natya Shastra, che dedica intere sezioni alla musica vocale e strumentale destinata all’accompagnamento degli spettacoli teatrali.